Come tutto è cominciato...


QUALCOSA SU DI ME

Mi chiamo Helmut e sono nato a Graz, in Austria, nel 1980. Ho sempre avuto una grande passione per i treni e un'altra per i viaggi, per cui cerco sempre di combinare queste mie due passioni, appena ne ho l'occasione. Mi piacciono molto anche la natura, le montagne, e passeggiare all'aria aperta.

Della mia passione più grande ne ho fatto anche un lavoro: dal 2007 lavoro per la OBB, la compagnia che gestisce le ferrovie austriache.



Era da un po' di tempo che avevo una mezza idea di arrivare in treno fino in Corea del Nord. Mi piacciono molto i viaggi in treno molto lunghi, anche attraversando più continenti, e mi affascinava l'idea di fare un viaggio così, partendo dalla stazione dei treni di fianco a casa mia e raggiungere un luogo così lontano e distante viaggiando solamente e nient'altro che su rotaia. 

Nel corso di questi viaggi in treno per migliaia di km ho il tempo di ambientarmi gradualmente ad un nuovo paese, una nuova cultura e una nuova mentalità, senza preoccuparmi di aeroporti affollati, jet-lag e interminabili voli a lungo raggio. Mi piace avere uno scompartimento e una cuccetta come soggiorno e camera da letto per qualche giorno: la sensazione con la quale si percepisce il tempo cambia e per me è il modo perfetto per sfuggire dallo stress della vita di tutti i giorni. Nel mondo occidentale il tempo scarseggia ed è un lusso che non tutti si possono permettere. E nei miei viaggi io voglio il lusso a modo mio: il lusso di avere tempo. Il lusso degli hotel a 5 stelle non mi interessa, mi basta un ostello decente. 

Bisogna anche ammettere che stare seduti sul treno per giorni e giorni senza meta non è l'ideale: per un bel viaggio sono necessari una destinazione interessante e delle tappe intermedie altrettanto interessanti.



Le destinazioni che preferisco non sono le solite mete turistiche, perché solitamente mi piace andare in posti che non sono conosciuti ai più. In particolare, sono molto interessato nei paesi dell'Europa orientale e i paesi dell'ex Unione Sovietica. Sono attratto anche dall'Asia e sto preparando dei viaggi in Medio Oriente.

Ho certamente intenzione di scoprire i treni anche di altri continenti in futuro, ma per adesso ci sono ancora molti paesi da esplorare in Eurasia.




LA PAZZA IDEA: COREA DEL NORD IN TRENO

Non ricordo il momento esatto di quando mi è venuta in mente la Corea del Nord per la prima volta. Ci sono così tanti paesi al mondo, e li si conosce solo perché ogni tanto se ne sente parlare al tg o li si trova sulla cartina, ma di solito non si ha idea di come siano realmente. Di solito non ci pensiamo più di tanto e non ci facciamo neanche troppo caso.

Nel 1998 acquistai il mio primo Thomas Cook Overseas Timetable, una guida completa sui collegamenti ferroviari dei principali paesi al mondo. Non stavo ancora muovendo i primi passi su internet a quel tempo, per cui quel libro (le cui edizioni aggiornate consiglio fortemente) mi diede una prima infarinatura sui servizi ferroviari per passeggeri di tutto il mondo. Allora avevo viaggiato in treno solo verso alcuni paesi dell'Europa centrale e occidentale: anche i paesi dell'est Europa, seppur così vicini, mi sembravano esotici. Ricordo che proprio su quel libro trovai l'orario dei treni internazionali della Corea del Nord: rimasi sorpreso nel scoprire che c'erano due tratte dirette che collegavano Mosca e Pyongyang. Un treno attraversava la Cina, mentre l'altro passava il confine fra Russia e Corea del Nord a Tumangan. Della Corea del Nord sapevo solo che c'era il comunismo, e non indagai oltre sulla possibilità concreta di andarci.



Negli anni successivi acquisii molta esperienza in tema di viaggi. Ogni viaggio aveva come destinazione una meta sempre più esotica del viaggio precedente. Nel 1998 feci un interrail tra Europa Occidentale e Europa del nord, nel 1999 cominciai a esplorare i paesi che avevano un passato comunista andando in Polonia, mentre nel 2001 organizzai il primo viaggio verso l'ex Unione Sovietica, visitando Mosca, San Pietroburgo e gli stati baltici. La sicurezza su quello che stavo facendo cresceva sempre più con ogni viaggio: nel 2002 feci un tratto di transiberiana fino a Irkutsk e ritorno, in quello che fu il mio primo viaggio in treno attraverso più continenti. Il 2005 fu invece l'anno del mio viaggio di tre mesi fra Russia, Mongolia, Cina, Kazakistan e Uzbekistan.

Nel corso di quegli anni crebbe notevolmente il mio interesse verso la Nord Corea. Nel 2004 lessi un diario di viaggio di David Eerdmanns, un ragazzo olandese che viaggiò in treno dall'Europa a Pyongyang, passando per Pechino, mentre nel 2005 guardai con interesse un documentario in tv che parlava di un viaggio speciale in Nord Corea organizzato per gli amanti del viaggio su rotaia. Ovviamente, il mio interesse verso la Nord Corea non era legato solamente all'aspetto dei treni, ma la mia curiosità era attirata anche dalla sua situazione politica e dalla sua società, isolata dal mondo. Non ero mai stato nell'Unione Sovietica o nei paesi dell'Europa dell'est prima della caduta della cortina di ferro: sarebbe stato interessante vedere quei paesi in quegli anni, ma era troppo tardi. La Corea del Nord è l'ultimo paese al mondo che offre l'opportunità di vedere un paese comunista nella sua completa isolazione. È vero che noi turisti possiamo vedere solo quello che il governo vuole farci vedere, ma ero convinto che visitare la Corea sarebbe comunque stata un'esperienza unica nel suo genere.



La svolta avvenne nel febbraio del 2006, quando trovai su un gruppo usenet questo post:

"Andai a Pyongyang tra il 1993 e il 1994, in occasione del decimo anniversario del mio viaggio in Mongolia. Il visto per la Corea del Nord poteva essere richiesto già in Australia, ma sarebbe stato consegnato solo a Pechino (esattamente come quello per la Mongolia dieci anni prima). Le guide erano obbligatorie, a 100 dollari al giorno: tanti soldi per uno che viaggia in solitaria, considerando che una guida poteva gestire gruppo di quattro persone. Sul treno da Pechino a Pyongyang mi trovai tre imprenditori mongoli nello scompartimento che trasportavano grandi quantità di merci che non si trovavano al loro paese. Parlavano inglese, abbastanza da condividere con me qualche pinta di birra. Il treno arrivò a Pyongyang con molto ritardo, verso ora di cena, troppo tardi per la mia tappa prevista ad un negozio di alimentari della stazione. La guida mi accompagnò ad un hotel enorme, e rimase con me per cena: a quanto pare ero l'unico ospite. La mattina dopo invece passò a prendermi in macchina, con un autista. Seguimmo per un po' il percorso delle rotaie del tram, facemmo un pezzo in metro (sullo stesso stile di Mosca, con molte decorazioni alle stazioni), e poi ci dirigemmo verso la stazione, da dove avrei dovuto partire verso le 10.30. Il mio vagone, all'interno del quale mi portavano i pasti, faceva parte di un lunghissimo treno coreano, anche questo in ritardo. Il giorno dopo il mio vagone fu staccato dal treno principale (probabilmente a Tumangang) e trasportato allo spazio aperto, dove passammo la notte e dove sarebbero state cambiate le ruote il giorno successivo. Mi fu spiegato questo dalla moglie di un ingegnere automatico nordcoreano, la cui famiglia stava viaggiando verso una fabbrica di Volvo in Svezia. Dopo il cambio delle ruote, il vagone viaggiò verso Khasan, oltre il confine, dove non erano previste però coincidenze verso altre città russe. Passammo lì 24 ore, che costituirono un'attesa interminabile: c'erano solo un negozio di alimentari di fianco alla stazione e un negozio di vini all'interno. Il giorno dopo il vagone venne attaccato ad un treno verso Mosca e ripartimmo. Circa quattro anni fa, l'agente turistico che mi aiutò nella prenotazione mi ha avvisato che la frontiera di Khasan non è più aperta ai turisti."

Questo era un messaggio del destino: l'unica informazione riguardante che trovai su internet riguardante la tratta via Tumangan, che da quel momento mi avrebbe ossessionato. Scoprii in ogni caso che la tratta era percorsa due volte al mese da un vagone notte delle ferrovie nordcoreane, al contrario del percorso attraverso la Cina, servito dalle ferrovie russe.



Un paio di mesi dopo, in un forum tedesco di appassionati di ferrovie nacque una discussione riguardo il confine tra Khasan e Tumangan, quando un utente chiese come andare da Vladivostok a Khasan, giusto per dare un'occhiata da fuori alla Corea del Nord. Seguirono altri spunti di discussioni, ma tutti ribadivano che la tratta non era percorribile da turisti.

Nel 2006 decisi di provare un piccolo esperimento: stavo già pianificando un viaggio in Siberia per l'inverno e mi venne in mente un' idea. Perché non provare l'ebbrezza di questo vagone notte nordcoreano per una tratta domestica, all'interno della Russia? 

Nel 2006 non c'era alcuna foto di questo vagone su internet, per cui la sola idea di salirci come passeggero mi affascinava moltissimo. Il treno partiva da Mosca solo due volte al mese, ma non avrei avuto alcun problema a organizzare il viaggio in base al suo calendario (le partenze da Mosca erano previste l'11 e il 25 di ogni mese). Questo vagone specifico era però riservato per i viaggiatori diretti in Corea del Nord: Alexander, un mio amico di Mosca che avevo conosciuto nel mio viaggio del 2005 e che lavorava in una biglietteria ferroviaria, mi procurò un biglietto per la prima stazione della Corea del Nord, Tumangang.



Avevo in mente di arrivare fino ad Irkutsk, 5000 km ad est di Mosca ma in ogni ad oltre 4000 km dal confine con la Corea del Nord. La partenza di Mosca era fissata per il 25 dicembre del 2006. Arrivai nella capitale russa nella mattina, dopo aver passato la vigilia di Natale sul treno da Budapest a Mosca. Un mio amico a Mosca mi accompagnò alla stazione dei treni con la sua auto e per colpa di un traffico assurdo rischiai di perdere il mio treno con il famoso vagone nordcoreano, arrivando circa dieci minuti prima della partenza. Questo mi porta a darvi un piccolo consiglio: se avete un appuntamento importante a Mosca o dovete trovarvi categoricamente in un certo luogo ad una certa ora dimenticate la macchina, e prendete la metro! 

I capitreno coreani erano alquanto sorpresi nel vedere un passeggero europeo, ma mi fecero entrare senza problemi quando spiegai che sarei andato solo fino a Irkutsk.


Passai così quattro giorni all'interno del vagone coreano: per le prime 24 ore avevo un intero scompartimento tutto per me, ma a Yekaterinburg salirono tre ragazzi nordcoreani, che lavoravano in Russia e che tornavano a casa in Corea del Nord. Parlare con loro fu un'esperienza molto piacevole, poiché per me era interessante comunicare con dei nordcoreani (parlavano un russo decente) e allo stesso modo era interessante per loro parlare con un occidentale. Condividemmo anche una bottiglia di schnapps che avevo portato dall'Austria...i nordcoreani sono persone normali, esattamente come noi!


Qui un piccolo video girato all'interno del vagone. 


Una volta completato il viaggio fino a Irkutsk, l'obiettivo era chiaro: raggiungere la Corea del Nord sullo stesso vagone! Logico, direi.


Bisognava comunque considerare che la tratta era comunque ufficialmente chiusa per i turisti. Le agenzie turistiche continuavano a ribadire che la tratta non esisteva e che il treno  era cancellato, ma sapevo che non era vero, in quanto nel sito russo degli orari dei treni era presente il vagone Mosca-Pyongyang attraverso Tumangang, e c'era addirittura disponibilità di posti per prenotazioni fino a 45 giorni. Un'altra scusa inventata dalle agenzie turistiche per non vendere biglietti era quella che la tratta era troppo inaffidabile per via di blackout in Corea del Nord ed era impossibile prevedere con quanti giorni di ritardo il treno sarebbe arrivato a Pyongyang.

Sul forum Tedesco "Drehscheibe" dall'agosto del 2007 continuarono le discussioni su possibilità di entrare a Tumangang, e fu proprio allora che ebbi la conferma che Tumangang è a prescindere presente come porto d'entrata nei visti nordcoreani, nonostante la KITC, l'agenzia nazionale nordcoreana del turismo non offra questa tratta ai turisti. Questa era un dettaglio fondamentale: almeno non sarebbe stato completamente illegale entrare a Tumangang...

Cominciai a discutere concretamente la possibilità di un viaggio verso Tumangang nel 2008 con Oliver, un mio caro amico che lavorava per le ferrovie svizzere. Se Tumangang era menzionata nel visto, pensavamo che avremmo potuto prenotare un normale viaggio in Corea del Nord attraverso Sinuiju ma arrivare in realtà attraverso il confine con la Russia. I nostri programmi ci permettevano di essere in grado di compiere questo viaggio a settembre: la decisione ufficiale di visitare la Corea del Nord arrivò nella primavera del 2008, ma rimandammo la scelta sul passare da Tumangang o meno. Come potete immaginare, non era facile ponderare per bene tutti i rischi che questo viaggio avrebbe comportato.

Prenotammo il viaggio in Nord Corea con un'agenzia accreditata dal governo nordcoreano, dicendo loro che saremmo passati da Sinuiju. Dopo qualche settimana, ricevetti la chiamata di un funzionario dell'ambasciata nordcoreana a Vienna, che mi disse che il visto era pronto per essere ritirato. Mi presentai all'ambasciata in una tranquilla zona residenziale di Vienna con il mio passaporto e suonai il campanello: mi aprii un ragazzo nordcoreano in tuta e pantofole, mi fece entrare e gli consegnai il passaporto, il modulo e dieci euro come spese di commissione. All'interno dell'ambasciata c'erano i classici ritratti dei due Kim. Il funzionario sparì con i documenti che gli avevo dato per poi tornare cinque minuti dopo, con il mio passaporto e con il visto all'interno. Mi accompagnò alla porta e mi augurò un buon viaggio. Tutto qui, nessuna domanda di troppo, nessun incubo burocratico!