In treno attraverso la Nord Corea parte 2


Alle 9:51 passammo per una piccola stazione:


Attraversammo durante il percorso molti tunnel, che erano sorvegliati molto spesso da militari donna.


Ancora propaganda?


La stazione di Kuum-Ni (arrivo alle 10:11 e ripartenza alle 10:22):




L'attraversamento di un fiume a sud di Kuum-ni:


Alle 10:28 incontrammo un treno merci:



Dalla quantità di treni che abbiamo incontrato, non potevamo certo dire che il traffico ferroviario in Corea del Nord era completamente allo sbando e molto scarno. Durante il nostro viaggio da Tumangan a Pyongyang incrociammo diversi treno e non ci furono problemi di carenza elettrica. Solo in un'occasione rimanemmo fermi per cinque minuti in mezzo al nulla, ma non sapevamo la causa. A dirla tutta, le rotaie sono sì in cattive condizioni e sono quelle a causare ritardi.

Il traffico passeggeri è probabilmente maggiore rispetto a quello merci, mentre vedemmo meno fabbriche di quelle che ci aspettavamo dalla nostra esperienza negli altri stati socialisti. La principale attività economica della Nord Corea sembrava essere ancora l'agricoltura.



Kim Il Sung:


Le rotaie sembrano seguire di norma la costa, mentre quanto il terreno diventa troppo roccioso e sconnessa rientra nell'entroterra per scalare le colline e poi tornare verso il mare.


Pensavamo che dei paesaggi così belli avrebbero potuto attirare molti turisti, ed era un peccato che ci fossero così tante limitazioni.


Si vedeva che la gente era povera: spesso vedevamo coreani che lavavano i loro indumenti nei fiumi, dato che a quanto pare molte case non avevano nè acqua calda nè elettricità. Era ancora settembre e le temperature non erano troppo basse, ma potevamo immaginare quanto dura fosse la vita durante i lunghi inverni rigidi.

Non notammo però nessuno che fosse particolarmente e visibilmente malnutrito. Probabilmente quelli che lo erano non erano nella condizioni per andare a spasso...


Attraversammo verso le 11:30 un piccolo ponte tra Kuum-ni e Soho-ri:


Un lago a sud di Soho-ri:




Altra propaganda:


Un semaforo:


Alla stazione est di Yuktae-Dong: c'erano due fermate in questa città, per cui ho deciso di riferirmi a loro con stazione est e stazione ovest.



E stazione ovest (13:09):




Alle 13:13 passammo una piccola stazione a ovest di Yuktae-Dong:


E la stazione successiva alle 13:20.




Alcune carrozze passeggeri:



Hongwon (13:45):





Durante il nostro viaggio in treno salivano ogni tanto sul treno dei ferrovieri. A pranzo due donne coreane che lavoravano per le ferrovie (e a questo punto devo ammettere che molte donne nordcoreane sono proprio molto carine!) mangiarono con i nostri capitreno e aprirono alcuni dei pacchi sparsi per tutto il vagone: forse avevano "ordinato" qualche merce dalla Russia. 


Pensavo che i capitreno di questo treno non se la passavano male, dato che possono vedere il mondo al di fuori della Nord Corea, e guadagnano un po' di soldini senza lavorare troppo duramente, visto che passarono la maggior parte del tempo a mangiare, giocare a carte e dormire. 

Scenari tipici del traffico coreano:  



Il traffico su strada era pressoché nullo e costituito per la maggior parte da camioncini e trattori. Vedevamo pochissime automobili.



Campi di riso infiniti:


Delle case non lontano da Hamchun:




La stazione di Hamchun (15:55 circa):



Notammo che l'acqua dei fiumi era cristallina e non c'era alcun tipo di spazzatura. Sono questi i vantaggi di un paese sottosviluppato.


Qui un video.

Arrivammo a Kovon alle 18:14: ancora 215 km prima di Pyongyang!





Questo era l'orario appeso sulla parete del nostro vagone, che mostrava però solo il percorso russo e finiva dunque a Chasan:

A Kovon c'era una stazione decente in quanto il percorso principale da Tumangan a Wonsan si collegava con la linea da Pyongyang. Qui la locomotiva del nostro treno fu cambiata per la prima volta da Tumangan. Purtroppo si era ormai fatto troppo buio per scattare altre foto fino a Pyongyang, e fu proprio un peccato in quanto lo scenario fuori dal finestrino era molto bello: salimmo su per una valle molto stretta e attraversammo molti tunnel e ponti con un cielo limpido sopra di noi, al contrario del clima nuvoloso che avevamo trovato sulla costa. Il famoso campo di concentramento Yodok si trovava in questa zona, e secondo Google Earth ci siamo arrivati a soli trenta km di distanza...

Passammo per le stazioni di Yangdok alle 21:15, poi a Sinsongchon alle 22:20 e arrivammo a Sunchon alle 23:27. In queste città sembrava che arrivasse l'energia elettrica in quando notammo delle finestre illuminate (in maniera molto blanda però: avevo sentito che le uniche lampadine che si trovavano in Nord Corea erano quelle a 40 watt). Ma non c'erano lampioni e i binari delle stazioni non erano illuminati, e i ferrovieri dovevano utilizzare delle torce a mano. Quando ripartimmo da Sunchon alle 23:36, mancavano ormai 60 km a Pyongyang, dove saremmo dovuti arrivare all'1 e 30. Decidemmo dunque di provare a riposare un po'.

Ci svegliammo quando un capotreno bussò alla nostra porta gridando "Pyongyang, Pyongyang!", e cinque minuti dopo, intorno alle 2:15, arrivammo alla stazione dei treni di Pyongyang: la fine di un viaggio in treno lungo 13mila km percorsi in 13 giorni, 8 ore e 30 minuti, attraversando 4 confini.


Ancora prima di rimettere tutto in valigia, vedemmo che c'erano due persone che ci aspettavano fuori dal treno: molto probabilmente le nostre guide. I capitreno e gli altri passeggeri stavano invece trafficando confusamente con le loro cianfrusaglie, che ostacolarono un po' la nostra uscita dal treno. Una volta scesi, salutammo i nostri capitreno e ci muovemmo tra la folla verso le nostre guide, che ci diedero il benvenuto mentre noi ci scusammo per il ritardo e l'arrivo nel cuore della notte. Una guida parlava tedesco, mentre l'altra in inglese. Il treno da Tumangan era arrivato al binario due, e la stazione di Pyongyang era l'unica in Corea dove avevamo visto una fioca luce sui binari.

Venimmo guidati verso un'uscita della stazione, dove dovemmo mostrare i nostri biglietti, e arrivammo alla piazza di fronte alla stazione, dove ci aspettava il nostro autista in un minibus della Toyota. Eravamo gli unici passeggeri ad usare quell'uscita, quindi immagino ce ne fosse un'altra per i nordcoreani. La guida che parlava tedesco ci chiese come avevamo comprato questi i biglietti e chi ci aveva consigliato di percorrere questa tratta, e rispondemmo che avevamo fatto tutto da soli.

Andammo così all'hotel Yanggakdo, su un'isola in mezzo al fiume Taedong, non lontano dalla stazione. Con i lampioni spenti arrivammo all'area dell'hotel, la quale era recintata e dovemmo aspettare qualche minuto che aprissero il cancello, prima di fare finalmente il check-in e lasciare i nostri passaporti alla reception. Le guide ci dissero che il giorno dopo ci saremmo incontrati alle 8:30 nella lobby dell'hotel per visitare il mausoleo del Leader Supremo Kim Il Sung, per il quale avremmo dovuto indossare vestiti formali. Ci scambiammo la buonanotte e salimmo al 21esimo piano e entrammo in camera nostra, dove la prima cosa che feci fu entrare in doccia, e la seconda fu spostare le foto dalla camera al laptop.

Andammo a letto verso le quattro, dopo aver avuto ulteriori discussioni su quello che stavamo facendo, con molte domande che ci aleggiavano in testa. Cosa stavano facendo ora gli passeggeri del nostro vagone? Come sono andati a casa dalla stazione? Cosa c'era dentro tutti quei pacchi? I passeggeri sono contenti di essere tornati a casa o avrebbero preferito rimanere in Russia?

Un piccolo appunto prima di chiudere: immagino che possiate chiedervi come facessero le guide a sapere a che ora saremmo arrivati a Pyongyang via Tumangan, dato che la versione ufficiale era che saremmo arrivati un giorno prima con il treno dalla Cina, ovvero l'unica tratta permessa ai turisti...sapevamo che non sarebbe stata una buona idea arrivare alla stazione dei treni con nessuno ad aspettarci, per cui decidemmo di fare in modo che la nostra agenzia di viaggi venisse a sapere della nostra piccola "deviazione" abbastanza in tempo da informare le guide della data di arrivo posticipata ma troppo tardi affinché ci impedissero di entrare a Tumangan o contattassero preventivamente la frontiera.